Qualche giorno fa una signora mi ha scritto: Doc, ma come devo fare per avere un bambino nel più breve tempo possibile?

Provando a rispondere, innanzitutto bisogna dire che i tempi di attesa variano e sono in funzione dell’età della donna. Se una ragazza ha 30-32 anni è una cosa, mentre se ne ha 37-38 è un’altra. Nel primo caso possiamo avere più pazienza e tentare qualcosa di “naturale”, nel secondo, specie se già è trascorso un anno o due dall’inizio dei rapporti non protetti, conviene ricorrere alla FIV (fecondazione in vitro)!

 

E cosa fare, allora, nell’ambito della Fecondazione in Vitro per diventare mamma in tempi brevi?

Per prima cosa, rivolgersi a un medico esperto del settore. Oggi non è più un mistero perché c’è internet, ci sono i curriculum di ciascuno di noi online che descrivono nel dettaglio chi siamo e cosa abbiamo “prodotto” nella vita professionale;

secondo, il professionista che abbiamo scelto deve afferire a una struttura di comprovata efficienza nell’ambito della PMA, che sia dotata di un eccellente sistema di crioconservazione tanto dei gameti quanto degli embrioni;

terzo, ricevere un’adeguata stimolazione ovarica con protocolli moderni, di ultimissima generazione, che riducano a zero o quasi i rischi di SIO (Sindrome da Iperstimolazione Ovarica) garantendo, contemporaneamente, un reclutamento follicolare adeguato. Ricordatevi che avere più ovociti equivale ad avere più embrioni, e quindi più blastocisti;

quarto, se l’età è avanzata, cioè dopo i 37 anni e avete un numero congruo di blastocisti, chiedete di effettuare la PGT-A, ossia la diagnosi preimpiantatoria, che seleziona le blastocisti euploidi da quelle aneuploidi;

quinto, quando avrete ottenuto una o più blastocisti euploidi, io vi consiglio, specie nei casi di ripetuti falliti impianti in cicli precedenti, di eseguire una isteroscopia per escludere categoricamente una endometrite cronica che, ricordate, è una condizione patologica della mucosa uterina, totalmente asintomatica e che può interferire coi meccanismi di attecchimento dell’embrione. Nell’ambito della isteroscopia richiedete sempre la ricerca dei plasmociti, che sono quelle cellule (dette appunto, plasmacellule) da cui hanno origine gli anticorpi, delle glicoproteine che difendono l’organismo dalle infezioni e che potrebbero interferire coi meccanismi di impianto embrionale.

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