Quali sono le cause della sterilità maschile? E cosa possiamo fare per evitare di diventare sterili in questo mondo inquinato?
Andiamo con ordine e vediamo quali possono essere le sue cause e se possiamo intraprendere nuovi stili di vita che possano evitare un brusco calo della produzione del seme maschile.
Quando incontro una coppia che desidera avere un bambino, che tarda a venire, la prima cosa che prescrivo è l’esame dello sperma, poiché nel 40% dei casi sono presenti alterazioni del liquido seminale. Queste, possono riguardare il numero degli spermatozoi (oligospermia), la loro motilità (astenospermia) o entrambi (oligoastenospermia).
Le cause di questa condizione patologica sono molteplici, la più famosa è il varicocele, cioè una dilatazione varicosa di alcune vene all’interno dello scroto, che espone il testicolo ad una temperatura più alta rispetto a quella abituale. Infatti, la temperatura scrotale è in media più bassa di circa 2° rispetto all’organismo e l’aumento della temperatura si associa ad un danno della spermatogenesi. Il varicocele interessa nel 95% dei casi il testicolo sinistro e può determinare ipofertilità, ma anche sterilità se non trattata tempestivamente. A seconda della gravità, il varicocele può essere di primo, secondo o terzo grado, tuttavia i danni testicolari dipendono maggiormente dal tempo, cioè mesi, anni o decenni, in cui il testicolo viene esposto alla temperatura più alta. È necessario perciò, nei giovani, un tempestivo intervento chirurgico mini-invasivo o la sclero-embolizzazione, affinché si ottengano buoni risultati.
Vorrei però parlarvi di un’altra causa, più attuale e meno conosciuta, che nuoce terribilmente alla fertilità maschile e di cui non si discute abbastanza: mi riferisco all’inquinamento del pianeta e alle sue ricadute sulla riproduzione umana. Rispetto agli anni ’60, infatti, la qualità del seme maschile è crollata vistosamente a causa dell’inquinamento ambientale ed in particolare a causa di alcune ben note sostanze chimiche, con le quali veniamo a contatto quotidianamente ed il cui assorbimento può avvenire attraverso la via inalatoria, quella transdermica o attraverso l’ingestione.
Si tratta di principi chimici definiti parabeni, presenti in cosmetici, creme solari, dentifrici e conservanti.
Anche la plastica impiegata nell’industria alimentare o per contenere acqua minerale e bibite in generale, sotto effetto del calore, può liberare ftalati, agenti chimici che mimano l’azione degli ormoni e perciò definiti interferenti endocrini.
Un’altra sostanza tossica per la salute, che dà gravi conseguenze sull’apparato riproduttivo è costituita dal bisfenolo A (BPA), una sostanza impiegata per l’impermeabilizzazione di tessuti, carte e cartoni di uso quotidiano, come quelli impiegati per il trasporto delle pizze o anche per rivestire gli interni delle lattine. Il BPA è pericoloso non solo per l’uomo ed in particolare per la sua capacità riproduttiva, ma anche e soprattutto per i bambini in fase di crescita, le gestanti e il feto. La sua pericolosità dipende dal fatto che, anche a basse esposizioni, può produrre effetti dannosi su diversi organi ed apparati come le ovaie, i testicoli, le mammelle la prostata, l’apparato urinario, il cervello e tutto il sistema nervoso. Per questa ragione, dal 2009, il bisfenolo A è stato bandito dalla fabbricazione di biberon. Allora viene da chiedersi, come ridurre l’ingestione di questa sostanza dannosissima per l’organismo? Eliminando tout-court la plastica? Sarebbe un gesto estremo, anche se utile. Basterebbe anche scegliere prodotti che portino in etichetta la dicitura BPA-free, oppure usare contenitori di vetro, come si faceva una volta, e se proprio si deve usare la plastica fare attenzione che questa non sia troppo usurata o graffiata e soprattutto non esporla mai alle alte temperature, come accade nelle lavastoviglie o nei forni a microonde, poiché il calore favorisce la liberazione del BPA e la sua dispersione nel cibo.
Altri fattori nocivi per le gonadi maschili sono rappresentati dal fumo di sigaretta e dall’alcool. Il primo, attraverso l’ossidazione del DNA può causare abortività ricorrente frammentando il DNA spermatico, ma anche una drastica riduzione del numero e della motilità dei nemaspermi.
Altre cause di deficit della funzione testicolare sono rappresentate dai traumi testicolari, da infezioni come la parotite epidemica, la malaria ed alcune infezioni sessualmente trasmissibili, alcuni tumori testicolari, i farmaci per combattere l’ipertensione, i beta-bloccanti, la chemioterapia, la radioterapia e le cause genetiche come la S. di Klinefelter.
Anche il Covid-19 può avere un impatto devastante sul tessuto testicolare, andando a colpire sia le cellule interstiziali di Leydig, che producono testosterone, sia quelle del Sertoli, deputate alla spermatogenesi. Il danno testicolare, nel corso dell’infezione, ma anche dopo, sarebbe causato dal sistema immunitario che produrrebbe auto anticorpi anti-sperma, in seguito alla rottura delle thight junctions presenti tra le cellule del Sertoli. Inoltre, autopsie eseguite su individui deceduti per Covid-19 hanno dimostrato la presenza del virus a livello testicolare nel 50% dei casi studiati, associata a difetti della spermatogenesi.
Per concludere, desidero ricordare che l’oligoastenospermia è una condizione asintomatica e, pertanto, un controllo dei parametri seminali andrebbe sempre effettuata sul partner maschile prima di intraprendere le altre indagini sulla donna, che generalmente sono più numerose, complesse e, spesso, maggiormente invasive.