Quando giunge il momento dell’embryo-transfer sei assillata da un dubbio: quanti embrioni trasferire? Meglio uno o meglio due? Da un lato, con una coppia di gemellini faresti bingo, dall’altra, forse, sottoporresti il tuo corpo a un rischio tanto inutile quanto evitabile. Si sa, infatti, che nella specie umana, la gravidanza singola rappresenta la regola, mentre quella gemellare è una vera e propria eccezione, che spesso si accompagna a rischi per la madre e per i nascituri.
Ed allora? Vediamo cosa dice la “scienza”.
Certamente nelle donne giovani, o in quelle meno giovani che hanno effettuato la PGS è fortemente consigliabile il trasferimento in utero di un singolo embrione. Questa opzione è andata sempre più affermandosi negli ultimi anni al fine di ridurre le gravidanze gemellari, il basso peso alla nascita e i parti pre-termine. Tuttavia tale scelta andrebbe fatta analizzando numerosi fattori tra cui, quello principale, è costituito dall’età. Infatti, dopo i 40 anni trasferire due embrioni migliora il tasso di nati vivi senza aumentare significativamente il numero delle gravidanze gemellari, dei parti pre-termine e del basso peso alla nascita, rispetto alle donne più giovani cui è preferibile trasferire un singolo embrione.Lo evidenzia una ricerca pubblicata sul Lancet che ha esaminato gli esiti di 124.148 cicli di procreazione assistita, di cui 33.514 coronati da gravidanza. Trasferire tre embrioni, invece, non solo non aumenta la percentuale di nati vivi, per quanto incrementa le complicanze perinatali. Questa scelta rischiosa ed obsoleta andrebbe, perciò, sempre evitata.
Avrei bisogno un consulto per mia sorella che da 12 anni sposata non ho nessun bambino Dove posso trovarla